Pubblicato in: La mia storia

Ora ricordo che… L’ironia ci salverà

Premessa: Vorrei scrivere sul blog molto più spesso, ma purtroppo, tra lavoro, analisi e volontariato, proprio non ci riesco.
Vi ringrazio perché comunque continuate a leggermi, a commentare e mandarmi e-mail per sforgarmi o sostenermi.
Vi ringrazio veramente con il cuore!

Ora ricordo perché avevo deciso di dire basta alla PMA.
Ora ricordo perché, nel momento in cui avevo fatto questa scelta, mi ero sentita libera e leggera come una farfalla.
Ora che sono rientrata nel vortice medici-analisi-ospedali-farmaci, ricordo tutto.

In questi lunghi mesi di pausa mi ero dimenticata quanto possa essere stressante tutto questo.

Non mi pento della mia scelta. Della scelta di riprovarci.
Il fatto è che sono ritornata ed essere nevrotica, ora che le mie giornate sono di nuovo scandite da analisi, telefonate ai laboratori, lunghe attese al CUP, visite mediche.

Era bello non dover pensare al ciclo, non dover programmare i rapporti sessuali in base agli esami ginecologici o agli spermiogrammi da fare, non dover andare dalla ginecologa un giorno sì e l’altro pure…

Una decina di giorni fa io e Marito siamo tornati all’ospedale San Paolo di Milano con tutti gli esami che la ginecologa ci aveva richiesto.
Finora siamo andati a Milano due volte, e ogni volta sono tornata a casa stanca morta. E tenete conto che siamo andati al pomeriggio. E io non guido neppure.
Non oso pensare a quando dovrò presentare in ospedale ogni due – tre giorni alle otto del mattino per i monitoraggi… Mi dovrò alzare alle cinque!

La mia mutazione, per fortuna, è un ostacolo facilmente superabile con l’assunzione di alcuni farmaci (acido folico e Benexol).
E’ comunque un problema in più, che mi preoccupa.
Marito ha rifatto un altro spermiogramma. Era da tempo che non si sottoponeva a questo esame. Forse aveva creduto di non doverlo fare mai più.
Devo dire che ci siamo fatti delle grasse risate parlando del suo grado di eccitazione alle quattro del pomeriggio rinchiuso nel cesso di un ospedale in una fredda giornata d’inverno… Ma le battute erano abbastanza volgarotte, perciò ve le risparmio 😉
C’è da dire che, per fortuna, gli uomini si eccitano con poco.
Ricorderò sempre ciò che mi disse Marito dopo il suo primissimo spermiogramma. Gli chiesi a cosa avesse pensato per riuscire ad eccitarsi. Lui alzò le spalle e disse: “Boh, a delle donne nude, così…”
Fantastico.

L’esito dello spermiogramma ce l’hanno dato subito. La situazione è sempre grave, ma almeno non è peggiorata da un anno a questa parte, e già questo è un successo, a detta della ginecologa.

Con l’inizio del prossimo ciclo, verso il 25 febbraio, si riparte.
Nuovo ospedale, nuovo programma terapeutico. Questa ginecologa mi ispira molta fiducia. Non oso sperare che accada un miracolo… Ma non avremmo deciso di riprovarci se non sentissimo, in fondo al cuore, che ce la possiamo fare…

La speranza mi fa paura. Ma il fatto è che io VOGLIO sperare. Voglio pensare che, tra poco più di un mese, io potrei essere incinta. Il solo pensiero mi fa tremare.

Le analisi non sono finite. La dottoressa ci ha prescritto tutta una serie di esami da presentare per poterci sottoporre alla PMA. Le solite analisi del sangue (HIV, epatite, ecc.) per entrambi e vari tamponi vaginali per me.

Venerdì è stata una giornata frenetica. Praticamente non sono stata ferma un minuto, in ufficio ero praticamente un fantasma, dato che non facevo altro che uscire e rientrare.

A metà mattina sono andata nella mia farmacia di fiducia per prenotare le analisi del sangue. La mia ditta mi dà diritto ad un quarto d’ora giornaliero per uscire senza dover prendere un permesso.

Quando sono arrivata in farmacia c’erano solo due clienti, e nessuno in fila allo sportello cup.
Fantastico, mi sono detta. Sbagliato.
Sono passati dieci minuti prima che la farmacista si degnasse di ascoltarmi. Uno dei due clienti, un signore anziano, doveva prendere una medicina di cui si era dimenticato il nome. La dottoressa si è fatta descrivere il farmaco, gusto, forma, colore, e gli ha mostrato senza successo un milione di confezioni prima che il signore si decidesse a tornare a casa a chiedere alla moglie (ah, se non ci fossero le donne…).

Un’altra signora, altrettanto anziana, doveva prendere delle fiale di acido folico, che però la farmacista non aveva a disposizione. Altra conversazione di diversi minuti. Beh, dubito che l’acido folico le servisse in previsione di una gravidanza. Se pure la vecchina ottantenne è incinta, allora mi sparo che faccio prima.

Finalmente è arrivato il mio turno. La farmacista mi ha dovuto prenotare gli esami per ben tre volte. Già, perché continuava a sbagliare il costo del ticket. Per farla breve, ci ho impiegato più di mezz’ora, tempo che ovviamente mi verrà decurato dalle mie preziose ore di permesso.

Sono rientrata in ufficio, ho lavorato per venti minuti e poi sono corsa dalla mia ginecologa per fare i tamponi vaginali che avevo prenotato.

Altra attesa infinita allo sportello. Avevo il terrore che nel frattempo la dottoressa mi chiamasse, e di perdere il posto.

Pensavo di sbrigarmi in un paio di minuti, e invece… La mia assicurazione medica aveva sbagliato tutto. La segretaria (l’unica segretaria presente), mentre mi ascoltava non faceva altro che interrompersi per prendere delle telefonate. Io ho cominciato a sudare e imprecavo tra me e me, mimando il gesto di dare delle testate sul bancone. Avranno pensato che sono matta. Chissenefrega.

Dopo una ventina di minuti la segretaria ha deciso che avrei pagato dopo, così non rischiavo di perdere il posto. Mi sono seduta davanti all’ambulatorio della ginecologa e… Quando è arrivato il mio turno, un informatore scientifico del piffero è entrato nello studio. E ci è rimasto un quarto d’ora.

Quando finalmente la ginecolga mi ha ricevuto, ho fatto un’amara scoperta. Credevo che mi avrebbe fatto un solo tampone, che sarebbe bastato per fare tutte le analisi che mi servivano… Eh, no. Troppo facile. Mi ha dovuto fare 7 – SETTE – tamponi. Volevo piangere.

Poi sono tornata dalla segretaria, con tutte le SETTE provette in mano. Abbiamo ricominciato a discutere del pagamento. La segretaria non faceva altro che parlare di gonorrea, clamidia, e via dicendo. E io avevo in mano sette provette. La gente in coda dietro di me avrà pensato che faccio la prostituta, come minimo. Ormai, sinceramente, non mi vergogno più di nulla.

Alla sera, quando sono tornata a casa, ero stanca morta, e naturalmente mi sono sfogata per bene con Marito (che è leggermente influenzato e pare che sia moribondo, ogni giorno dice che non sa se sopravviverà alla notte…).

“Ma ti rendi conto? Ho dovuto fare sette tamponi! Ma sai che male fa? (BALLA COLOSSALE, MA VOLEVO ESSERE COCCOLATA!). Avrò tenuto lo speculum lì dentro per almeno mezz’ora! La dottoressa non faceva altro che infilarmi dei tamponi, uno dopo l’altro!”

Marito è rimasto impassibile.
Dopo un po’, fa: “Beh, neanche un bacino, prima?! Se io non ti faccio un massaggino prima di fare l’amore, sono un mostro!”

Mi sono fatta una bella rista. “Questa la scrivo sul blog!”

Detto, fatto 🙂

Non ne posso più. Odio dover andare ogni giorno dal medico per farmi fare una ricetta, odio passare le mattine in farmacia, odio andare a avanti e indietro dai medici, odio incavolarmi perché gli esami non sono pronti.

Odio pensare che tutto questo potrebbe, ancora una volta, non servire a niente.

Intendiamoci. Non è che il percorso adottivo sia meno stressante, eh. E’ solo diverso. L’adozione è qualcosa che riguarda la tua dimensione emotiva. Non ci sono farmaci o medici di mezzo, a parte lo psicologo, ovviamente.
La PMA è qualcosa di molto… Tecnico, ecco.
Forse sono più brava ad affrontare delle lunghe conversazioni con giudici o assistenti sociali, piuttosto che iniezioni ormonali, analisi, medici…

Ma se abbiamo deciso di intraprendere di nuovo questa strada c’è un motivo. E quel motivo è nostro figlio.

Mi sembra abbastanza per riuscire a sopportare il vortice medici-analisi-ospedali-farmaci.

Vorrei soltanto che tutto questo servisse a qualcosa, ecco.

Ma non posso sapere come andrà a finire. Perciò non mi resta che aspettare e… Riderci su. O, almeno, cercare di farlo.

Autore:

Perennemente alla ricerca della Vita.

6 pensieri riguardo “Ora ricordo che… L’ironia ci salverà

  1. Che noi donne siamo forti, si sapeva ! La tua esperienza lo dimostra appieno. Anche noi, come voi, abbiamo una pratica di adozione aperta (solo nazionale) e con calma ci siamo poi avvicinati alla PMA…abbiamo fatto forse il percorso inverso…o forse no! Per noi è stato più “giusto” così…non te lo sò spiegare. Dopo la delusione di giugno e ottobre avevo detto “basta!” Eppure…eppure abbiamo cambiato centro PMA e a breve farò l’incontro con il nuovo Professorone. Perchè adesso puntiamo in alto, sperando di non cadere altrimenti questa volta ci faremo davvero male. In bocca al lupo !

  2. Ti capisco. Io e mio marito, nessun problema apparente e nessun figlio all’orizzonte, abbiamo iniziato questo calvario fatto di visite, analisi, masturbazioni nei cessi e masturbazioni cerebrali, nell’aprile dell’anno scorso. E io già sono esausta. Sono al primo ciclo di stimolazione con Gonalf su rapporti mirati, vado in giro 25 giorni al mese con la sindrome premestruale e mi rode il culo h24. Praticamente non ho ancora iniziato e già vorrei abbandonare la nave che manco Schettino.
    Tengo le dita incrociate per te, sotto tutti i fronti. Con l’augurio che al più presto, magari proprio tra un mese, potrete diventare genitori.
    Un abbraccio

  3. Mi immedesimo in te, perchè anch’io (anche se ancora non sto affrontando la pma, di ambulatori e medici in questi 2 anni e mezzo ne ho visti già un bel pò..) sono intollerante alle analisi, ai medici e agli ambulatori. Preferirei lo stress emotivo, come dici tu. Il fatto è anche che lavorando è tutto più complicato: ti senti sempre in colpa a dover chiedere permessi, a dover dare spiegazioni, a dover rubare 10 minuti di telefono per riuscire a prendere la linea all’ambulatorio..anche questo porta molta fatica, almeno per me è così. Ti auguro con tutto il cuore che stavolta i vostri sforzi saranno premiati!!!!!!!!!!!!!!!!!Sono con te, anche se a distanza!!! E l’ironia è una buona arma, per riuscire a sopportare tutto questo con il sorriso!!!! Ti abbraccio forte!!!!

  4. Io ti capisco tanto, ma da un punto di vista diverso. Non cerco un figlio e sinceramente in questa fase della mia vita l’idea della maternità mi spaventa moltissimo. Ma lavoro in un centro di PMA a Barcellona (non sono medico, ma faccio la “coordinatrice”…una specie di tutor motivazionale per le pazienti che vengono qui dall’edtero)…e passo le mie giornate ad aiutare pazienti come te alle prese con stimolazioni, controlli follicolari, ecografie e risultati di spermiogramma…e chi più ne ha più ne metta (che qui in Spagna si può fate di tutto e di più!). Quindi…passo di qui, ti leggo e sento le stesse parole delle pazienti con cui lavoro ogni giorno….ti posso dire solo “coraggio!” Se avete deciso di fare un nuovo tentativo di PMA non perdete la speranza! Un abbraccio 🙂

  5. Tenete duro, la PMA è sfiancante, lo so, si prende tante energie. Però, si affronta tutto, pensando a quello che potrebbe essere il risultato: tra un mesetto potresti essere incinta. Ve lo auguro con tutto il cuore e, anche se so che forse non ti va di sentirtelo (ri)dire, l’età è dalla vostra e questa non è cosa da poco per le percentuali di successo. Ti abbraccio e faccio il tifo per voi!!

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