Ogni volta che nella vita mi sono trovata ad affrontare un periodo buio, mi sono sentita ripetere, da amici, conoscenti, addirittura da sconosciuti…
– Andrà tutto bene!
Non ho mai sopportato questa frase. Queste tre semplici parole, messe in questo ordine, sono in grado di provocarmi l’orticaria.
– Ma cosa cavolo ne puoi sapere, tu? – avrei voluto replicare, ogni santa volta.
Avrei preferito ricevere un consiglio sensato, parole di solidarietà, o un semplice abbraccio…
In questo periodo di emergenza, queste tre maledette parole sono diventate un mantra nazionale, un hashtag utilizzato in maniera maniacale ovunque, dai post sui social ai manifesti appesi ai balconi.
E queste tre parole, associate a quel fottuto arcobaleno che mi ritrovo in ogni dove, mi irritano ogni giorno di più.
Andrà tutto bene.
Ma tutto… cosa?
Ma tutto… per chi?
Vedo persone a me vicine perdere famigliari e non avere neppure la consolazione di un funerale.
Una mia cara amica si ritrova a lavorare a contatto con persone positive al virus, e ogni giorno si deve bardare come per andare in guerra, ed è stata costretta a separarsi dalla figlia per non rischiare di contagiarla.
Un’altra amica a me vicino ha contratto e sconfitto il virus, e l’ho saputo solo ieri!
Mi giungono le notizie di colleghi ammalati, intubati, ricoverati…
Sento di persone che si improvvisano “sceriffi al balcone” e sputano odio su qualunque essere umano osi camminare per strada (magari con legittimi motivi – ma, anche se così non fosse, gettare pietre dal balcone – sì, è successo – non mi pare normale).
Leggo di persone – la maggior parte, perdonatemi – che non sanno nulla di statistica e interpretano a modo loro i dati quotidiani del “bollettino di guerra”, divertendosi poi a fare le Cassandra della situazione e seminare il panico immaginando scenari apocalittici.
Avverto diffidenza, paura, odio.
– Andrà tutto bene – continuate a ripetere.
Mi dispiace, non ci credo.
Non andrà tutto bene per chi ha perso qualcuno.
Non andrà tutto bene per chi ogni giorno rischia di ammalarsi.
Non andrà tutto bene per chi è costretto a restare in casa in situazioni pericolose.
Non andrà tutto bene per chi non è in grado di sostenere l’isolamento (no, divano+Netflix non è la soluzione, non in ogni casa. Se non siete in grado di capirlo, i viziati siete voi, non chi si lamenta della quarantena).
Non andrà tutto bene.
Però, tutto andrà.
Tutto passerà, come sempre accade.
Chi resterà, si rialzerà.
Un po’ acciaccato. Menomato. Smarrito.
Ma ce la farà.
Però, ecco, smettiamola di dire che andrà tutto bene.
E facciamo in modo che tutto vada… nel modo migliore possibile.
Oggi è una Festa di Rinascita, una Festa che tutti noi cercheremo di trascorrere in armonia, senza riuscirci davvero.
Ci piace fingere, però.
Pubblicheremo sui social le foto dei piatti che abbiamo cucinato, delle uova di Pasqua, dei lavoretti dei bambini, fingendo di starci divertendo un mondo. Sappiamo tutti che non è così, perché siamo lontano dai nostri cari, chi solo temporaneamente, chi per sempre. E, soprattutto, lontano dalla normalità che, mai come ora, ci sembra preziosa.
Quella banale quanto bellissima quotidianità di qualche settimana fa non tornerà più, ma forse, se ci impegniamo, potremo rinascere in una nuova “normalità”, in una nuova vita più densa di significato…
Ecco, oggi, al posto di augurarvi buona Pasqua, vorrei augurare a tutti noi questo.
Una nuova normalità.
E tutto andrà.
Tempo fa, all’ennesimo arcobaleno e “Andrà tutto bene” sono sbottata. Va bene gli arcobaleni disegnati dai bambini, molto teneri, ma ho scritto “no, non può andare tutto bene una cosa che è già andata malissimo” un’amica si è risentita. Io rimango della mia ide ache è la tua, quasi 20 mila morti, tutto bene cosa? Io davvero non capisco.