Pubblicato in: Riflessioni

Andrà tutto.

Ogni volta che nella vita mi sono trovata ad affrontare un periodo buio, mi sono sentita ripetere, da amici, conoscenti, addirittura da sconosciuti…
– Andrà tutto bene!
Non ho mai sopportato questa frase. Queste tre semplici parole, messe in questo ordine, sono in grado di provocarmi l’orticaria.
– Ma cosa cavolo ne puoi sapere, tu? – avrei voluto replicare, ogni santa volta.
Avrei preferito ricevere un consiglio sensato, parole di solidarietà, o un semplice abbraccio…
In questo periodo di emergenza, queste tre maledette parole sono diventate un mantra nazionale, un hashtag utilizzato in maniera maniacale ovunque, dai post sui social ai manifesti appesi ai balconi.
E queste tre parole, associate a quel fottuto arcobaleno che mi ritrovo in ogni dove, mi irritano ogni giorno di più.

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Pubblicato in: Riflessioni

Resilienza

“Mamma, perché la scuola è chiusa?”
Eh. Bella domanda, Roberto.
“Sai, amore, perché c’è un virus. E noi dobbiamo stare in casa per evitare di ammalarci. E per non rischiare di far ammalare altre persone.”
“Vilus? Ove? Io non edo niente!”
“Non si può vedere. È nell’aria. Per questo è così pericoloso. È un nemico invisibile…”

Questa conversazione si ripete ogni santo giorno da due settimane. Per fortuna il mio bambino ha una capacità di concentrazione decisamente bassa, perciò si dimentica facilmente del “vilus”.
E si rimette a giocare come se niente fosse.
Mio figlio si è già abituato a questa nuova normalità, così silenziosa e lenta.

A questa vita in standby.

I bambini sono creature molto più semplici di noi. Accettano le situazioni senza porsi troppe domande. E accontentandosi delle – spesso scarne – giustificazioni che gli adulti sono in grado di dare loro.

Cerco di non trasmettere a mio figlio la paura, il nervosismo e la tristezza che mi tormentano in questi giorni. Di fingere che sia tutto a posto.

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