Pubblicato in: La mia storia

La conversazione più assurda

Ho scritto parecchie volte di conversazioni assurde che mi sono trovata a dover affrontare a proposito della PMA o della ricerca di un figlio.
Quella che vi sto per raccontare, però, le batte tutte. Sia quelle passate sia, ne sono certa!, quelle che dovrò affrontare in futuro.

La conversazione che vi sto per raccontare e che, di sicuro, vi lascerà a bocca aperta, non ha molto a che fare con la PMA.
Una delle persone coinvolte, però, e soprattutto il mio rapporto con lei, è forse la principale causa della mia spasmodica ricerca di un figlio.

Antefatto: Qualche giorno fa uno sconosciuto, un certo Luca di Milano, mi ha chiesto l’amicizia su Facebook. Io ho accettato, come faccio sempre (tranne con i capi), anche se non avevo idea di chi fosse… Pensavo che fosse un mio collega di Milano, oppure che avesse avuto il mio contatto tramite l’associazione animalista di cui faccio parte. Dopo aver accettato l’amicizia, mi sono completamente scordata di lui.

Domenica io e Marito abbiamo sfortunatamente incontrato i miei genitori al supermercato. Io e Marito non andiamo mai a quel supermercato, ma era l’unico aperto, e da quello che so neppure i miei genitori ci vanno spesso. E’ stata una pura botta di sfiga.
La sorpresa e l’incazzatura iniziali hanno ben presto lasciato spazio ad una sensazione di pietà. Era da mesi che non li vedevo. Ogni volta che per caso li incontro (viviamo in una piccola città, purtroppo accade più spesso di quanto non vorrei), li vedo sempre più vecchi e stanchi, ingrigiti, appassiti, anche se anziani non li sono affatto, in due hanno poco più di cent’anni.

Mi fa pena mia madre, così altezzosa e sicura di sé, che pensa che tutti gli uomini vogliano portarsela a letto, che ha fatto interdire la propria madre, una donna di 86 anni, e l’ha rinchiusa in una casa di riposo dove sta rapidamente morendo, senza neppure rendersi conto di quello che ha fatto.

Mi fa pena mio padre, che forse tanto cattivo non è, ma solo stupido, che mi ha dato un buffetto sulla guancia e mi ha sgridato dicendomi che non mi faccio mai sentire, che mi ha chiesto “come stai?” probabilmente riferendosi alla PMA di cui sa grazie a mia nonna, ma di cui non ha il coraggio di parlare apertamente…

Ma non dovrebbero essere i genitori ad accudire i figli, a cercarli quando non si fanno sentire, a interessarsi a loro?

La pietà è sparita non appena mia madre, ormai patita di Facebook (non ha mai lavorato e ultimamente passa tutto il suo tempo in chat – oh, meno male che ha abbandonato mia nonna in un ospizio perché non aveva tempo di curarla!), mi ha chiesto di accettare l’amicizia del suddetto Luca, perché questo ragazzo aveva qualcosa di molto importante da dirmi.

Ho cominciato a scaldarmi. Chi cappero è questo Luca? Che deve dirmi?
Ovviamente mia madre non ha voluto anticiparmi nulla. Mi ha solo detto di parlare con lui.

Non appena arrivata a casa ho mandato un messaggio a questo ragazzo chiedendogli chi fosse e cosa volesse da me. Ieri mi ha risposto, ripetendo che aveva qualcosa di molto importante da dirmi e che voleva parlarmi in chat.

Sul suo profilo avevo notato che la sua data di nascita era uguale alla mia. Il mio primo pensiero è stato: “Cavolo! Vuoi vedere che ci hanno scambiato nelle culle? Magari ho degli altri genitori da un’altra parte!”
Ma questa illusione (speranza??) è sparita non appena mi sono resa conto che Luca è nato qualche anno prima di me.
Niente da fare. Questi genitori me li devo tenere.

Le altre opzioni erano:

– Lui e mia madre avevano una tresca
– Era il figlio illegittimo di mia madre
– Voleva donarmi il suo sperma (oh, uno le pensa tutte!)

A questo punto ho perso di nuovo le staffe, gli ho detto che non uso la chat di Facebook e di scrivermi un messaggio privato, se proprio voleva comunicare con me.

Col senno di poi, mi dico che avrei fatto meglio ad eliminarlo dagli amici immediatamente.

Ieri pomeriggio mi ha mandato un messaggio, molto educato e cordiale devo dire, in cui mi ha raccontato che lui e mia madre si sono conosciuti su Facebook tramite un amico comune e che chattano e si sentono spesso al cellulare.
Cioè, mentre io lavoro, affronto la fecondazione assistita, le pratiche dell’adozione, curo i cani, la casa, mi impegno in progetti nuovi, cerco il modo di riportare mia nonna alla vita… Mentre io faccio tutto questo, mia madre – mia madre! – passa le giornate a parlare su facebook con un ragazzo trentenne sconosciuto?
E non vuole ascoltare sua figlia mentre le spiega la PMA? E non partecipa al suo matrimonio? Ah… Ok.

Luca mi ha spiegato che mia madre è molto depressa, che non fa altro che parlare di me e pentirsi per gli errori fatti in passato, che si chiede se potrà mai riabbracciarmi… Mi ha detto che devo sforzarmi per aiutarla, perché solo una figlia può aiutare la propria madre (e io che credevo fosse il contrario!).

Mi ha anche detto che ero libera di mandarlo al diavolo, che mi aveva scritto solo per aiutare un’amica che evidentemente sta male.

Oh, datemi pure della cinica, ma io ho riso tutto il tempo mentre leggevo ‘sto messaggio delirante!

Naturalmente, io che non so stare zitta, gli ho risposto in maniera altrettanto educata.
Gli ho detto che deve stare attento alle persone con cui parla in chat, che non tutto è come appare, e che io non sono la figlia ingrata che gli è stata raccontata… Gli ho spiegato che mia madre cerca in tutti i modi di attirare l’attenzione, che non gliene importa nulla di me ma usa la nostra triste storia soltanto per essere compatita e amata…
Gli ho parlato un po’ dei miei problemi (tanto, questo chi lo conosce) e del fatto che a mia madre non si è mai interessata per sapere come sto, che non ha neppure presenziato al mio matrimonio!

E ho concluso dicendo che non importa da che pancia sei nato, che conta chi ti ama e chi ti tiene per mano durante il duro percorso della vita…

Speravo che il mio messaggio l’avrebbe messo a tacere, invece Luca mi ha risposto dicendomi nuovamente che devo sforzarmi per aiutare mia madre e riavvicinarmi a lei… Tutti consigli molto belli e teneri, ma che NON sono ben accetti da un perfetto SCONOSCIUTO!

E, come se non bastasse, oggi pomeriggio, mentre mi districavo tra mille pratiche lavorative, mia madre mi ha mandato un sms dicendomi che non riusciva a comunicare con Luca perché aveva dieci – DIECI – chat aperte e le si era bloccato il computer… E chi se ne frega?!

Dopo pochi minuti mi ha scritto dicendomi che spera che Luca dopo avermi parlato le spieghi cos’ha sbagliato con me…

Cioè, questa ha bisogno che qualcuno glielo spieghi? Ma ci è o ci fa?
Ok, capisco i suoi problemi mentali e tutto (magari li ammettesse anche lei), ma se non partecipi al matrimonio di tua figlia, se non ti interessi quando ti parla dei suoi problemi di sterilità, se non le prepari mai il pranzo o la cena, se la guardi senza fare nulla mentre affronta problemi alimentari e altre difficoltà di cui non sto a parlare… Cioè, poi ti chiedi cos’hai sbagliato?! O__o

Per non parlare del fatto che per comunicare con sua figlia deve chiedere aiuto ad un estraneo di 30 anni con cui chatta su Facebook…!

Tutto questo farebbe ridere, se non fosse così squallido.

Pubblicato in: La mia storia, Riflessioni

Donne

Donna. Quanti sentimenti, quante emozioni, quanti desideri e quante possibilità racchiusi in un’unica, semplice parola.

Le donne sono materne, sensibili, intelligenti, ambiziose, guerriere, fragili, ambiziose, decise, indecise… A volte, tutto questo messo insieme.

Ci sono donne che desiderano diventare madri. Un figlio, che è la vita, il futuro, l’immortalità, è la loro massima aspirazione.
Ma ci sono anche donne a cui la maternità non interessa affatto. Alcune rimangono incinta per errore, e decidono di abortire, per mille motivi. Per una donna, la portatrice della vita, un aborto è sempre una scelta difficile, sofferta, sconvolgente. Ancora più difficile a causa di tutti i movimenti per la vita che si appostano davanti agli ospedali urlando slogan irripetibili, e a causa dell’alta percentuale di medici obiettori di coscienza (che nella maggior parte dei casi si definiscono tali solo per fare carriera). E a causa dei troppi genitori rimasti al Medioevo che minacciano la figlia in tutti i modi possibili nel caso in cui dovesse rimanere incinta senza essere sposata.

Ma anche per una donna che sogna di diventare madre la strada è piena di ostacoli.
Se per pura sfiga le capita di avere le tube chiuse o un marito con gli spermini poco piacenti, le sette di religiosi integralisti e sicuramente non dotati di empatia diranno che, se Dio ha deciso così, significa che non merita di avere figli.

Ah, invece le tossiche, le donne che gettano i neonati nei cassonetti, le quindicenni che rimangono incinta dopo un rapporto avuto nei bagni di una discoteca, quelle meritano di avere un bambino?

Se una donna decide di provare con la PMA, apriti Cielo… Eresia! La PMA è un oltraggio al Signore!
Se una donna sceglie l’adozione, idem… I figli devono rimanere con la madre naturale, i cattolici integralisti saranno subito pronti ad intervenire per fermare un simile orrore!

Ci sono donne che sognano di diventare dirigenti d’azienda, o di stare a casa ed essere le regine del focolare.
Donne che accontentano il marito/compagno in tutto, altre che alzano la voce e si fanno sentire.
Ci sono donne che amano il rugby, altre che aspirano a diventare ballerine di danza classica.
Donne che si vestono e si truccano di tutto punto ogni giorno, e magari in autobus o in tram si siedono di fianco a donne che si vestono sempre con jeans e maglietta e non sanno camminare sui tacchi.
Donne che ridono sguaiatamente, altre che arrossiscono davanti ad un complimento.
Donne che bevono come scaricatori di porto, altre che al pub ordinano sempre una Coca-Cola.

Ci sono donne che vengono offese, uccise, mutilate, ogni giorno, in ogni parte del mondo, per il semplice fatto di essere DONNE.

Alcune hanno il coraggio di denunciare, di farsi sentire, e addirittura di morire per questo.

Alcune rimangono in silenzio, per poter continuare a vivere in “pace”.

Ci sono donne che vengono stuprate e hanno il coraggio di sporgere denuncia, per poi spesso essere additate da polizia e mass media come provocatrici o donne “facili”.
Ci sono donne che vedono la loro vita rovinata per questo.

Ci sono donne che ogni giorno devono sottostare a soprusi di ogni tipo, e convivere con l’umiliazione. Che, talvolta, credono pure di meritare.

Siamo donne. Siamo tutto. Siamo la vita, siamo la comprensione, siamo l’aggressività, siamo la fragilità.
Siamo maschili, siamo seducenti, siamo di compagnia, siamo solitarie.

A volte intendiamo veramente ciò che diciamo, altre volte il nostro sguardo esprime un sentimento totalmente diverso dalle parole che escono dalla nostra bocca…

Se un uomo, anche impegnato, si concede avventure con mille donne diverse, è un tipo da ammirare, da invidiare.
Se una donna, anche single, si fa vedere in giro con uomini differenti, è una troia.

Se un uomo dice una parolaccia, è incazzato.
Se una donna impreca, è poco fine.

Se un uomo ha problemi di sterilità, è solo un po’ sfortunato.
Se una donna non può avere figli, è una donna a metà.

Se un uomo vuole fare carriera, è ambizioso.
Se una donna vuole fare carriera, è un’arpia acida.

Se un uomo guida la moto è un figo.
Se a una donna piacciono le due ruote, è sicuramente lesbica.

Se un figlio maschio invita a casa la ragazza, il papà o la mamma gli forniranno i preservativi.
Se una figlia femmina invita a casa il ragazzo… No, questo non è possibile. Suo padre l’avrà già avvertita di non tentare un simile affronto.

La maggior parte del mondo ci vuole solo madri e mogli sottomesse e silenti.
Ma noi possiamo essere, affermare, mostrare, ciò che vogliamo. Solo che non l’abbiamo ancora capito.

E se non siamo noi a farlo capire al mondo, chi può riuscirci?

Io voglio essere madre. Ma combatterò sempre per i diritti delle donne che vogliono abortire senza dover essere umiliate per questo, per quelle che sognano di fare carriera senza doversi “concedere”, per quelle che vogliono giocare a calcio piuttosto che a rugby, per quelle che decidono di sposarsi a diciotto anni o per quelle che, invece, di sposarsi non ci pensano nemmeno a quaranta.

Auguri a tutte le donne, non solo oggi, ma per tutti i giorni della vostra vita.

Perché, solo per il fatto di essere nate di sesso femminile, vi toccherà prima o poi subire qualche umiliazione, qualche sopruso.

Ma noi abbiamo la forza per ribellarci a tutto questo.

Dobbiamo solo capirlo.

Pubblicato in: La mia storia

Bai Jia Bei – Finalmente ci sono anch’io!

E’ con grande gioia che vi annuncio di essermi unita all’esercito delle invasate (cit.) delle stoffine.

E tutto grazie a PetaloBlu, che mi ha convinto ad aderire alla bellissima iniziativa di Adelia.

Ma cos’è il Bai Jia Bei? Copio&incollo dal sito di Adelia:

Narra la leggenda che l’ultima imperatrice della dinastia Qing, l’unica tra le concubine che aveva dato un erede all’imperatore, fu costretta ad abbandonare il suo bambino: per proteggerlo da ogni insidia pensò di chiedere a cento famiglie, tra quelle più in vista dell’Impero, di offrire ciascuna un pezzo della seta più bella; con i cento pezzi di stoffa ricevuti confezionò un lungo abito per suo figlio, cosicché il principino fu simbolicamente rivestito dalla nobiltà, dalla fortezza e dalle virtù dei più valorosi rappresentanti dell’Impero.
Così nacque in Cina la tradizione del Bai Jia Bei, usanza che perdura ancora oggi allo scopo di attirare sul bambino tutte le forze benefiche provenienti dalle persone che gli vogliono bene, in modo che sia protetto per tutta la vita dalle avversità.

Perciò, se volete aiutarmi a rendere un po’ più dolce l’attesa per questo bimbo che non ne vuole sapere di arrivare, vi invito ad unirvi anche voi all’esercito… Oppure a contattarmi personalmente (precaria09@hotmail.it) in modo che vi possa dare il mio indirizzo per mandarmi la vostra stoffina… Ovviamente ricambierò con molto piacere il favore… Sia che siate donne in attesa, come me, o già splendide mamme!

E con grande onore vi presento la prima stoffina che mi è arrivata, proprio da PetaloBlu:

stoffina1Stoffina num. 1 – PetaloBlu

Non so descrivere cos’ho provato quando, frugando nella cassetta della posta, non ho trovato le solite bollette o l’estratto conto della banca (che viene cestinato senza nemmeno essere visionato, tanto è l’orrore che provoca in me), ma una busta che, dal nome del mittente, sapevo già cosa contenesse… La mia prima, bellissima stoffina, accompagnata da un biglietto altrettanto bello che mi ha fatto venire le lacrime agli occhi!

Che aspettate, quindi? Scambiamoci i sogni… E anche la speranza! Di quella ce n’è sempre bisogno, no?