Pubblicato in: La mia storia, Riflessioni

Il nostro pianto

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Immagine di sepulture/is.dead/

Lunedì sono tornata al lavoro. Ero felice, a dire il vero. Pensavo che sarebbe stato bello rivedere i miei colleghi, anche se spesso discutiamo, e riprendere la vita “normale”.
Ma il ritorno alla realtà è stato più brusco di quanto non pensassi. Mi sono ritrovata a dover rispondere alle solite domande stupide, a dover lavorare mentre la testa vagava altrove, a dovermi sforzare per sorridere e recitare come al solito la parte del pagliaccio per non lasciar trapelare quello che provo… Pensavo che sarebbe stato piacevole, forse in un certo senso persino rilassante, tornare a “vivere”… Ma questa può forse dirsi “vita”?

Tutto quello che faccio durante il giorno – alzarmi, guidare, entrare in ufficio, lavorare, chiacchierare, sorridere – lo faccio come se fossi un automa, senza neppure riflettere, perché so che è quello che devo fare, che gli altri si aspettano da me. Tutto quello che vorrei fare, in realtà, è fermarmi e urlare, urlare a squarciagola. Tutto quello a cui riesco a pensare sono quegli embrioncini che mi aspettano, quelle potenzialità di vita che, forse, una vita non l’avranno mai. A cui io forse non riuscirò a donare la vita.

Sabato sono tornata al centro PMA e, come previsto, la ginecologa mi ha detto che il transfer è rimandato al mese prossimo, perché le mie ovaie sono ancora un po’ gonfie, nonostante io mi senta bene. Dovrò aspettare che mi tornino le Malefiche, probabilmente tra il 6 e il 10 dicembre, poi almeno per dodici giorni dovrò impasticcarmi di Progynova e infine, finalmente, potremo fare il transfer, si spera entro Natale. Altrimenti, suppongo, tutto slitterà a gennaio.

Questa notizia non mi ha intristito più di tanto, all’inizio. Ormai sono due anni e mezzo che aspetto il mio bimbo, un’attesa di un altro mese, o anche due, non è di certo una tragedia.

Ma negli ultimi giorni, dopo essere rientrata alla “realtà”, il panico ha cominciato a prendere il sopravvento.

Non so perché, forse è causato dallo scombussolamento ormonale, ma mi sento triste come mai prima. Mi sento molto sola. E mi sono data della stupida per aver creduto di essere felice rientrando in ufficio e rivedendo i miei colleghi. Quelle persone non sanno niente di me, non sanno cosa sto passando, non se lo possono neppure immaginare… E, anche se lo dicessi loro, probabilmente non otterrei nient’altro che critiche e le solite frasi banali che ci fanno tanto incazzare.

Mi sento tanto sola. E tanto stanca. So che non dovrei. Dovrei essere forte. E speranzosa. Tra un mesetto o poco più quei puntini luminosi che amo così tanto entreranno a far parte di me. Avrò un’altra possibilità. Ma, mentre a volte mi sento agguerrita e piena di ottimismo, in questi giorni provo soltanto un grande senso di vuoto.

Oggi ho ricevuto l’ennesimo annuncio di gravidanza. Una conoscente mia e di Marito è incinta. Una ragazza che avrà più o meno la mia età. E’ stato Marito a dirmelo, mentre stavo per uscire dall’ufficio. Sapeva che prima o poi l’avrei scoperto, e non voleva che lo sapessi da altri. Questa notizia è stata la ciliegina sulla torta di una giornata molto triste.

Quando sono uscita dal lavoro, mentre mi incamminavo verso la macchina, nascosta nel buio, ho cominciato a piangere. E ho continuato durante tutto il viaggio in macchina verso casa. E mentre piangevo pensavo che forse quella ragazza avrebbe perso il suo bambino. In fondo, anche le gravidanze “naturali” possono andare male. Questo pensiero ha attraversato la mia mente per un millesimo di secondo, ma in quel millesimo di secondo ho provato un macabro sollievo. Poi mi sono vergognata di me stessa. E ho cominciato a piangere ancora più forte.

In questo periodo le uniche persone che sono riuscite a strapparmi un sorriso o a scaldarmi il cuore sono quelle che ho conosciuto su internet.

Da quando ho aperto questo blog mi capita sempre più spesso di ricevere lettere da parte di donne che soffrono come, e con, me.

Il termine “e-mail” mi ispira freddezza. Preferisco chiamarle “lettere” perché è proprio questo che sono. E ogni volta che una donna mi scrive per raccontarmi la sua storia e per donarmi un abbraccio, seppur intangibile, mi sento un po’ meno sola, e un po’ più triste.

Oggi, mentre piangevo, ripensavo a quelle donne. Alle donne invisibili. Pensavo a quando mi raccontano cos’hanno provato al primo, o all’ennesimo, tentativo di PMA fallito. Pensavo a quando avevo creduto di essere incinta, per poi vedere il mio sogno dileguarsi nel sangue. Pensavo a quanto mi sembrassero forti, loro, e quanto io abbia paura di sperare ancora. E il mio dolore si confondeva con il loro. Oggi ho pianto per me, e per voi. E questa, sicuramente, non è una grande consolazione per nessuno. Noi dovremmo sorridere, non piangere. Noi ci meritiamo di sorridere, non di piangere.

Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e pensare che fosse stata scritta proprio per voi, che addirittura voi stessi avreste potuto scriverla, che sono le stesse parole che si celano da tempo immemore nel vostro animo…?

A me sì.

Ultimamente non posso fare a meno di ascoltare questa canzone. E’ “All Alright” dei Fun.

 

I’ve given everyone I know
a good reason to go
I was surprised you stuck around
long enough to figure out
That it’s all alright
I guess it’s all alright.
I got nothing left inside of my chest, but
it’s all alright.
Yeah, it’s all alright.
I guess it’s all alright.
I got nothing left inside of my chest, but
it’s all alright.

Ho dato a tutti quelli che conosco
una buona ragione per andarsene
mi ha sorpreso che tu sia rimasto
abbastanza a lungo per capire
che va tutto bene
Penso che vada tutto bene
Non mi è rimasto più niente nel petto, ma
va tutto bene.
Sì, va tutto bene.
Penso che vada tutto bene.
Non mi è rimasto più niente nel petto, ma
va tutto bene.

Autore:

Perennemente alla ricerca della Vita.

7 pensieri riguardo “Il nostro pianto

  1. Vorrei poterti dire che sono momenti. Che ai giorni brutti seguiranno quelli belli. Che è normale sentirsi così scosse dopo tutto quello che hai passato. Ma in fondo al tunnel o sai che c’è una lucina. Devi solo aspettare. Rimetterti in sesto. Devi pensare che questo tempo in più ti serve per renderti nido, per accogliere la vita che, verrà. Sentirsi sole è terribile. Ma non lo sei. C’è un esercito di farfalle fuori, con te e come te. Hai bisogno di parlare con qualcuno. Non puoi tenerti tutto dentro. Scoppierai. Perchè non cerchi un aiuto esterno, almeno per buttare fuori tutto lo scombussolamneto che hai?
    Anche solo poche sedute, anche solo per vomitare la frustrazione. Non può che farti bene.
    Passerà. Credimi.
    Passerà.
    Raffaella

  2. Ciao tesoro, ti lascio un passaggio veloce qui, ma ti mando una “lettera” quanto prima…. un bacione e stai su di morale!!!!

  3. ciao,
    sono alla mia seconda icsi e vorrei poter dire che sarà l’ultima, ma in cuor mio sento di essere diventata una selvaggia, una lottatrice, un’affamata di gravidanza che non ho MAI avuto, neppure iniziata appena, neppure un segno di speranza, piango anch’io durante giornate simili alla tua, ma non sono ancora crollata, mi vergogno anche di pensare che ormai è una sfida per me, io contro l’impossibilità di avere un figlio, io contro i rischi dell’iperstimolo, io contro me stessa a volte.
    ti abbraccio , ti leggo ,ti sento vicina nei pensieri e nei dolori anche se non ti conosco.
    buona fortuna per tutto
    Veronica

  4. Leggere il tuo blog mi fa sentire meno sola e ti ringrazio tanto per questo. Capisco il tuo stato d’animo, il tuo voler essere serena ma poi scontrarti con i colleghi ottusi che non capiscono e che fanno domande che potrebbero tenere per loro. Capisco il tuo sentimento e la tua reazione alla notizia della gravidanza della vicina, mi sento così anch’io spesso, e mi vergogno di me stessa, ma mi chiedo perché noi dobbiamo passare questi momenti bui e altre no. È troppo spesso ingiusta la vita.
    Ti auguro che tutto vada bene, che passato questo mese di attesa tu possa realizzare il tuo sogno.
    Un abbraccio.

  5. vorrei poterti abbracciare, mi dispiace che ti senti sola. Capitano i periodi così ed è giusto attraversarli, non possiamo penare di essere sempre forti, a volte dobbiamo farci cullare dal dolore e dalla tristezza. Poi passerà, perché passerà.

  6. sono approdata qui da un altro blog…e dopo aver letto un po’ vorrei solo dirti che credo di capire, almeno in parte, come ti senti. E che ti abbraccio

  7. Ciao…nn conosco la tua storia ti ho scoperta per caso stasera….sono tornata indietro nei post fino a qui….voglio dirti delle cose spero che mi leggerai:
    Vorrei dirti che anche io fino a nn molto tempo fa nn avevo rapporti con mia madre se nn quelli d obbligo
    Vorrei dirti che anche io ho una nonna a cui tengo più della mia vita che mi diceva sempre QUANDO AVRAI UN FIGLIO? CHISSA SE LO VEDRO….
    vorrei dirti che anche io ho aspettato tanto anzi tantissimo
    Vorrei dirti che anche io ero circondata da donne/ragazze belle brutte alte basse giovani o meno giovani CON IL PANCIONE ogni giorno ne sbucava una ogni notte piangevo perché nn capivo……
    E ora ecco scusa se mi sono dilungata voglio dirti la cosa più importante adesso sono qui nel buio della sua cameretta con la lucina a forma di stella accesa si e’ appena addormentata sta mettendo i dentini e piange spesso nella notte….io la stringo a me a volte rimango ore così a guardarla riposare….mia nonna l ha vista e ora dice CHISSA SE VEDRO IL TUO SECONDO FIGLIO….mia madre ha cambiato completamente atteggiamento i piccoli fanno miracoli incredibili ….le persone che mi circondano nn sono più tutte in cinta o se lo sono me ne frego perché un figlio ti cambia le prospettive….DEVI FIDARTI DI TE nn piangere ti prego vivi nella gioia di una grande attesa e ti giuro capiterà che un angioletto ti arriverà tra le braccia come e’ successo a noi…..tanti cari e immensi e sinceri auguri perché tu possa vivere il tuo sogno così come ora sta succedendo a me. TI ABBRACCIO FORTE
    alessandra

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