Dove ero rimasta?
8 pt. Test negativo.
Sì, forse era un po’ presto… Ma dentro di me sapevo che quel negativo era terribilmente, dolorosamente reale.
10 pt, rifaccio il test. Ancora negativo.
Ieri mattina, 11 pt, vado a fare le analisi delle beta hcg.
Sottolineo il fatto che sono dovuta rimanere in coda per almeno venti minuti dietro ad una mamma con tre pargoli al seguito. Il più piccolo dei tre, due anni circa, ogni tanto mi guardava e mi sorrideva timidamente…
Mazzata al cuore.
Come al solito la segretaria mi chiede se ho già fatto un test di gravidanza.
“Sì, era negativo.”
“Ha un ritardo, quindi?”
“No. Ho fatto la fecondazione assistita. Devo vedere se è successo qualcosa.”
Sempre la stessa conversazione. Ecchepalle.
Anche il medico che mi fa il prelievo è sempre lo stesso. Un dottore simpatico e cordiale che, dall’accento e dal nome che ho letto sul suo tesserino, probabilmente è originario dell’Est Europa. Anche lui mi fa le stesse domande… Io gli do le stesse risposte. Ecchepalle 2.
Il medico è decisamente più gradevole della segretaria, e cerca di infondermi un po’ di fiducia. Non è che ci riesca molto, però… Mi dice che ha degli amici che hanno provato con la PMA otto o nove volte.
“E’ una specie di roulette russa!” mi dice, sorridendo.
Tentativo di conforto fallito miseramente.
Non me la prendo, però. Anzi, è stato carino. Almeno non ha espresso giudizi e non mi ha detto la solita frase ormai trita e ritrita che mi fa sempre ribollire il sangue nelle vene: “Ma tanto sei gggiovane!”
Dopo il prelievo mi sono incontrata con due amiche che non vedevo da tempo. Ero stata proprio io a organizzare l’uscita, perché, come vi ho detto, sto cercando di riagganciare qualche rapporto umano.
Avrei voluto disdire l’appuntamento, dato che avevo l’umore a terra. Poi però mi sono detta che non posso continuare a fare l’eremita, ad isolarmi nel mio dolore. Forse uscire mi avrebbe fatto bene. E così è stato.
Ero ancora seduta al bar con loro quando è arrivato il momento di chiamare il laboratorio per sapere il risultato delle analisi.
“Buongiorno, sono venuta stamattina a fare le analisi delle beta hcg… Mi può dire il risultato, per favore?”
“Sì, attenda un momento…”
Rumore di fogli, voci in sottofondo… Passano i secondi, il mio cuore si ferma per un istante…
“Il risultato è zerovirgolazero, signora.”
Rido.
“Grazie. Arrivederci.”
E vaffanculo.
Zerovirgolazero? Non bastava dire zero, oppure negativo?
Insomma, la segretaria doveva per forza essere tanto crudele? Il risultato me lo aspettavo. La cattiveria, quella mi ha spiazzato.
Ho fallito di nuovo. Ieri era l’11 pt, direi che il risultato è definitivo.
Sto continuando con le terapie post transfer, non so neppure io perché. Martedì, 14 pt, rifarò il test di gravidanza, tanto per buttare via altri 18 euro. Ma il centro PMA vuole così, e finché sono seguita da questi medici devo fare come dicono. Martedì li chiamerò per comunicare il fallimento, e poi spero di non sentirli mai più.
Da domani io e Marito saremo impegnati a fare tutte le analisi per ricominciare da capo con la PMA alla clinica di Bologna. Come vi ho già detto spero di poter cominciare la stimolazione con il ciclo di fine marzo/inizio aprile, perciò dobbiamo muoverci.
Come sempre accade dopo un fallimento, io e Marito ci siamo messi a parlare del futuro. Di quello che possiamo fare. Di quello che vogliamo fare.
Siamo assolutamente convinti che la clinica di Bologna sia più affidabile e seria, e siamo fiduciosi nella prossima PMA.
Però… Abbiamo ricominciato a parlare di adozione.
Dopo il corso informativo-formativo fatto tra settembre e ottobre avevamo deciso di accantonare l’adozione, almeno per il momento. Gli assistenti sociali ci avevano trasmesso tanta paura e insicurezza. Negli ultimi mesi siamo stati solo e soltanto concentrati sulla PMA.
O, almeno, così credevo. In realtà l’altra sera, mentre io e Marito parlavamo del futuro, mi sono resa conto che l’idea dell’adozione non ci ha mai abbandonato in questo ultimo periodo. Anche se inconsciamente, questo pensiero ha continuato a maturare dentro di noi…
Abbiamo avuto il tempo di confrontarci con le paure, di elaborare tutte le informazioni che ci sono state date… Fino a pochi giorni fa dicevamo che dovevamo assolutamente riuscire ad avere un figlio “naturale”… E ora abbiamo deciso di proseguire con l’adozione.
Questo pensiero mi rende molto felice. Mi rendo conto di aver ritrovato l’entusiasmo che avevo prima del corso. Durante gli incontri ci hanno spaventato, sì, ma probabilmente solo per vedere quali coppie erano veramente determinate a continuare… E noi lo siamo!
Avere un figlio bio e uno adottato è diverso, questo ormai l’abbiamo capito.
Però, alla fine… Mi sono resa conto che non me ne frega niente se nostro figlio non avrà gli occhi di Marito o il mio sorriso…
Anche se quel bimbo avrà la pelle di un colore diverso dalla nostra, se verrà da una terra lontana, non importa.
Lui sarà nostro figlio.
PMA o adozione. Seguiremo entrambe le strade. Sarà il destino, o Dio, a decidere come e quando arriverà nostro figlio.
Sarà difficile… Doppiamente difficile, visto che solitamente le coppie affrontano un solo cammino alla volta… Ma noi siamo fatti così. Ci piace imbarcarci in imprese impossibili.
Forse l’ho già detto, ma lo ripeto… Il cammino dell’adozione, benché lungo e complicato, mi infonde più sicurezza e serenità rispetto alla PMA.
Con l’adozione ogni passo, i colloqui, la presentazione della domanda al Tribunale, la scelta dell’Ente, è un passo in più verso nostro figlio…
Con la PMA ogni tentativo è a se stante, e se si rivela un fallimento non è un passo avanti né indietro, è come rimanere immobili…
Abbiamo deciso di provare ancora con la PMA semplicemente perché sentiamo di doverlo a noi stessi. Il centro che ci ha seguiti in quest’ultimo anno si è rivelato inaffidabile e non professionale, è quasi come se non avessimo neppure fatto questi tre tentativi.
Perciò… Proviamo ancora. Ma non importa se non ce la faremo.
Nostro figlio è da qualche parte che ci aspetta… Forse è ancora un piccolo angelo in Cielo, o forse proprio ora sta piangendo in un istituto, abbandonato da chi gli ha dato la vita, aspettando qualcuno, aspettando NOI, che possiamo ridargli la gioia. Non importa, davvero…
Come ormai avrete capito io amo tanto fantasticare quanto “fare”…
Ho già contattato i servizi sociali per comunicare la nostra decisione di proseguire con le pratiche. Ho già presentato la domanda, e mi hanno detto che probabilmente dopo Pasqua faremo il primo colloquio con gli assistenti.
Lunedì prossimo, 4 marzo, faremo la visita con il medico legale, che da quello che ho capito è una cavolata. Non ci hanno chiesto di fare esami particolari, ci hanno solamente domandato di portare analisi del sangue recenti, se le abbiamo (SE le abbiamo? Ho una carpetta da 5 kg piena di analisi…). Probabilmente parleremo qualche minuto con il medico legale, che si accerterà soltanto della nostra sanità mentale e ci chiederà di firmare un’autocertificazione dove dichiariamo di non avere malattie gravi.
Nonostante certe brutte esperienze che si leggono su internet, devo dire che, finora, per quanto riguarda l’adozione, abbiamo avuto sempre a che fare con persone gentili e disponibili. La segretaria del Centro per le Famiglie mi ha inviato addirittura i documenti necessari via e-mail mentre parlavamo al telefono, e la dottoressa dell’ASL si è persino scusata perché non poteva darmi l’appuntamento con il medico legale per la prossima settimana, ma per quella dopo ancora…! Con i tempi burocratici dell’adozione, una settimana in più o in meno non fa di certo la differenza. Ehi, persino io riesco ad accettarlo!
Insomma… Da una parte sento di essere allo stesso punto in cui mi trovavo un anno fa… D’altra parte, però, riflettendoci bene, sento di essere molto cresciuta, di aver capito tante cose in quest’ultimo anno.
Ogni giorno mi sento sempre più “mamma”… Anche se ancora non possiamo prevedere né immaginare come, da dove e quando arriverà nostro figlio.
Spero solo che tutta questa attesa, questo dolore, questa frustrazione, mi aiuterà ad essere una donna e una madre migliore.
sei già una mamma super credimi. anche io oggi pensavo e se nostro figlio fosse da qualche a piangere ed aspettarci in un istituto??? è difficile l’adozione forse più della PMA ma anche io ci penso spesso, per adesso però ci penso soltanto.
Quello che hai scritto mi ha messo addosso una grande serenità e speranza. Speravo tanto che l’esito delle beta fosse diverso, ma quello che ho trovato nel tuo post ha lenito quel dolore. Ci sono due amiche che ti ascoltano, e non giudicano, e tu che hai il coraggio di aprirti senza, per una volta, esserne ferita. C’è un marito presente, attivo, coraggioso. C’è una strada alternativa, incognita, da percorrere. Nel tuo post ci sono speranza, e positività. E in fondo in fondo al tunnel si intravede la sagoma di un bambino che ti aspetta. Un grande abbraccio.
Ciao Eva , mi dispiace per le tue beta sai io ti capisco benissimo ci son dentro anche io con tutte le scarpe oggi sono al 4 pt transfer di 2 embrioncini ed è dura aspettare il giorno delle beta e farsi dire da una st…za qualunque zerovirgolazero che gli venisse un colpo ……..sai mi sono immedesimata tantissimo in tutto quello che hai detto io ti voglio solo dire non mollare mai ……
zerovirgolazero???
ma in che mostro di persona ti sei imbattuta???
davvero la sensibilità delle persone la potrei definire nulla… anzi, zerovirgolazero!
coraggio, sei cosi determinata che magari senza troppa consapevolezza, sei gia sulla giusta strada!
Posso fare una domanda indiscreta, soprattutto visto che non ci conosciamo e non ho mai commentato prima? Se posso, continua a leggere, se no, fermati qui.
Tu e tuo marito avete mai preso in considerazione l’eterologa?
Sara
Ciao Sara, ti rispondo volentieri. Sei la prima persona, a parte la mia psicologa, a farmi questa domanda, ma immaginavo che prima o poi qualcuno me l’avrebbe chiesto.
No, per vari motivi, di varia natura, non abbiamo preso in considerazione l’eterologa. Anzi, se non avessimo scoperto la negligenza del centro PMA che ci ha seguiti finora, avremmo anche smesso di provare con quella omologa. Ora faremo altri tre tentativi nel nuovo centro e, se non dovessero funzionare, stop. E ci concentriamo solo sull’adozione.
Comunque di questo argomento ne parlerò senz’altro sul blog.
Mi dispiace per le beta negative Eva ma sono contenta di leggerti determinata. E’ importante valutare tutte le possibilità che avete di realizzare il vostro sogno. Un abbraccio
Eva cara!!
Adesso è arrivato il momento di voltare pagina e ricominciare.
L’esperienze insegnano sempre, anche quando portano dolore e tu adesso hai tanti progetti da portare avanti!!
Ti scrivo presto.
Un abbraccio grandissimo.
cara Eva, siete bravi e coraggiosi e chi non si ferma mai arriva dove vuole arrivare. E se è vero che un bambino adottato non avrà gli occhi di tuo marito il sorriso invece potrà essere il tuo, perchè i sorrisi si apprendono, non sono genetici! un abbraccio