Pubblicato in: La mia storia

Felicità precaria

jenmarley

Ogni tanto ci penso. Mi succede soprattutto quando per strada incontro una donna incinta.
E non posso evitare di guardarla, anzi, di fissare il suo pancione.
Di queste donne sconosciute che incontro non ricordo neppure un volto, uno sguardo, ma saprei descrivere perfettamente ogni pancia…
La forma, la grandezza, il colore della maglietta che la ricopriva…

Ecco, quando vedo una donna incinta non posso fare a meno di pensarci. Di pensare al pancione. Quel pancione che io non avrò mai.

Forse qualcuno di voi penserà che stia esagerando. Che sono giovane, che ho ancora tutto il tempo per cambiare idea e provare nuovamente con la PMA, o aspettare che si avveri un miracolo e ottenere una gravidanza naturale…
Lo ammetto, io sono decisamente lunatica e la mia determinazione spesso è una maschera per celare la paura. Perché io di paura ne ho, tanta. Sempre.
Ma questa volta ne sono sicura. Non voglio più provare con la PMA. Voglio andare fino in fondo con l’adozione. E quando il mio angelo finalmente arriverà, sinceramente non avrò neppure più il tempo di pensare a quel pancione che non avrò mai. E neppure la voglia. Perché avrò realizzato il mio sogno, e non mi servirà nient’altro.

E poi… Devo dire la verità. Quando finalmente il mio bimbo arriverà – anche se non sarà nato dal mio grembo non importa – il mio desiderio di maternità sarà finalmente appagato.
Mio figlio – perché questo sarà – avrà bisogno di tutta la mia attenzione, il mio amore, il mio tempo.
Non potrei mai decidere di riprovare con la fecondazione assistita. Ricordo bene in che razza di mostro mi trasformano le cure ormonali. Il nervosismo, le urla che escono dalla mia bocca senza che io riesca a fermarle in tempo, la tristezza, la depressione.
Quando è dura l’attesa post transfer.
Quanto fa male sperare e poi scontrarsi con l’ennesimo fallimento.

E se andasse bene? Se rimanessi incinta?

Una gravidanza non è mai facile, soprattutto per chi l’ha desiderata e cercata tanto. Non potrei più giocare con mio figlio, non potrei affaticarmi, magari sarei pure costretta a letto per mesi e mesi…

E poi, cosa succederebbe? Dopo la nascita del mio bimbo “di pancia”?

Cosa proverebbe mio figlio, il primogenito? Sarebbe invidioso, geloso? Molti bimbi sono gelosi del fratellino o della sorellina. Ma se tuo fratello o tua sorella sono nati dal grembo di tua madre, mentre tu no, mentre tu provieni da un posto sconosciuto… Cavolo, la gelosia in questo caso sarebbe più che lecita. Non penso che vorrei mai affrontare una situazione del genere.

Sottolineo che con questo discorso non voglio affatto denigrare o rimproverare chi prende una decisione del genere. Ho una cara amica, seppur virtuale, che ha adottato un bambino e sta riflettendo proprio sulla possibilità di provare con la PMA. E avrà tutto il mio sostegno se deciderà infine di seguire questo percorso. Io non sono nessuno per giudicare. Dico solo che io non me la sentirei.
E ammetto anche che potrei cambiare idea. Sono lunatica, ve l’ho detto. Ma è difficile che questo possa accadere.

Il pancione, il pancione… Non me ne frega niente del pancione.
Io voglio solo che il tribunale mi chiami e mi dica: “C’è un bambino per voi.”
Il momento di felicità che ho sempre sognato. Certo, fino a un anno e un po’ fa sognavo questo momento in maniera diversa. Sognavo di svegliarmi al mattino sentendomi strana… Diversa. Sognavo di fare un test di gravidanza e vedere comparire due magiche linee. Sognavo di mettermi a piangere dalla felicità, chiusa in bagno. Sognavo di andare da mio marito, di abbracciarlo e sussurrargli: “Avremo un bambino!” Sognavo che lui mi accarezzasse la pancia, sentendo la vita dentro di essa. Sognavo tante cose. Ora ne sogno altre.
Ora il sogno è leggermente cambiato. Ma va bene lo stesso. Non si può programmare la vita. Non possiamo pretendere di cambiare ciò che è stato deciso da qualcuno più in alto di noi.
E poi, in fondo, l’emozione sarà la stessa. Anzi, forse persino più intensa, perché sarà una gioia sudata, conquistata a fatica.
Quando il giudice chiamerà per dirci che c’è un bambino per noi, non so come reagiremo. Piangeremo, probabilmente. E rideremo. E balleremo con i cani.
Proprio come in quella scena di “Io e Marley”, uno dei miei film preferiti, quando Jennifer Aniston, in attesa di un bimbo, prende il labrador e balla con lui.
Penso spessissimo a quella scena.
E non vedo l’ora di viverla. Anche se non avrò il pancione, ma un bimbo sconosciuto che mi aspetta in un qualche istituto o casa-famiglia.
Un bimbo che diventerà mio figlio.

La cosa che mi da più fastidio è che persone brave, permettetemi di dirlo, come me e Marito debbano soffrire e attendere tanto per realizzare il proprio sogno di avere una famiglia.
Mentre c’è chi una famiglia non la desidera nemmeno e – ops – si ritrova con un bimbo tra le braccia. Un bimbo che magari viene considerato solo un fastidio, mentre per un’altra persona, che invece non riesce ad averlo, sarebbe la realizzazione di un sogno.

Certo, avete ragione, siamo giovani, abbiamo tutto il tempo, e bla bla bla.

Sarà anche vero, ma… A me piace pensare un po’ più in grande.

Nessuno sembra rendersi conto che il nostro tempo su questa Terra è limitato. Molto limitato. E certo, la mia aspettativa di vita sarà di un’ottantina d’anni o forse più, ma in realtà non possiamo sapere quando verrà il nostro momento (sono un po’ tetra, me ne rendo conto, scusatemi).

E io non voglio sprecare un solo attimo del tempo che mi è concesso in questo mondo.
Voglio raggiungere la mia felicità il prima possibile. Non posso neanche pensare all’eventualità di diventare vecchia, di morire, senza essere diventata madre.
Non che il mio mondo ruoti solo attorno a questo, sia chiaro. In questo periodo sto cercando di impegnare la mia mente in tutto ciò che amo. Il volontariato, i miei animali, mio marito, i viaggi, i ristoranti… Ma quello che più desidero è avere un bambino. E vorrei cercare di passare la maggior parte della mia vita nella veste di madre.

A volte rabbrividisco sentendo dire che i figli arrivano solo a chi li merita.

Penso a quei due genitori (di Palermo, se non ricordo male), che qualche giorno fa hanno massacrato di botte il figlio neonato.
Penso a quella donna che soffre di depressione che qualche mese fa ha gettato dal balcone entrambi i figli, perché voleva risparmiare loro le sofferenze della vita.
Penso ai bambini che vengono abusati sessualmente dai genitori.
Penso ai figli degli zingari mandati a chiedere l’elemosina e visti solo come fonte di reddito.
Penso alle donne che rimangono incinta proprio mentre sono concentrate sulla carriera e decidono di abortire.
Penso alle donne che fanno un figlio solo per tenere legato a sé un uomo.
Penso agli uomini che abbandonano (e a volte uccidono, come ci racconta un recente fatto di cronaca) l’amante perché è rimasta incinta.
Penso ai genitori che si lamentano in continuazione perché si devono svegliare di notte per il bambino che piange, perché non possono andare a cena fuori, perché non possono viaggiare…

Penso a tutto questo, e mi chiedo: ma chi afferma che i figli arrivano solo a chi li merita, dove cavolo vive?

La verità è diversa. E’ che la Natura è tanto meravigliosa quanto bastarda e cinica. Ed è cieca, proprio come la fortuna.

E penso che non sia giusto che persone come me e Marito debbano farsi psicanalizzare, frequentare corsi, essere giudicati, per poter avere la possibilità di avere un bambino.
Chi ha psicanalizzato la donna che ha buttato i figli dal balcone? Chi ha scritto una relazione sui due criminali che hanno massacrato il loro piccolo?

Penso che sia triste avere ventisette anni ed essere consapevole che dentro al mio corpo non ci sarà mai una vita. Che mio marito non mi accompagnerà mai alla prima ecografia. Che non avrò mai il pancione.

Ma penso anche che tutti questi brutti pensieri che affollano la mia mente in serate buie come questa svaniranno non appena arriverà il mio bambino. Che non nascerà dal mio pancione, ma chi se ne frega. Sarà mio figlio.
Il pancione prima o poi svanisce, il figlio resta. E’ per sempre una parte di te.
Sì, anche se è adottato. Anche se qualcuno non ci crede. Ma io sì, ed è tutto quello che conta.

E penso che, anche se la Natura è bastarda, il Signore non lo è. E che farà in modo che questa attesa sia breve, perché, se così non fosse, potrei impazzire.

Autore:

Perennemente alla ricerca della Vita.

8 pensieri riguardo “Felicità precaria

  1. dai stringi i denti pensa che ci sei quasi… ogni giono che passa è un giorno in meno lontano da tuo figlio… anche noi stiamo pensando seriamente all’adozione ma prima proviamo la fivet ad ottobre poi si vedrà….

  2. è bello quello che stai facendo,vai avanti con determinazione ….te lo dice una mamma adottiva di tre bimbi meravigliosi ….adesso stiamo ancora in Brasile ,ma a breve torneremo in Italia….vai che ci sono tanti bambini meravigliosi che aspettano…a presto.

  3. Quoto parola per parola ciò che hai scritto, anche se noi non abbiamo ancora intrapreso la strada dell’adozione e vogliamo tentare ancora un po’ con la pma…

  4. Quoto in toto quanto hai scritto. Noi siamo stati “fortunati” perché dopo due anni e più di attesa, alle porte della PMA ho scoperto che ero incinta, ma i pensieri e le riflessioni erano esattamente le stesse di questo post.
    Coraggio, il tuo bimbo arriverà presto 🙂

  5. Come sempre le tue parole sono fonte di riflessione per me…credo che i pensieri che fai sono più che legittimi per le donne come noi, che devono lottare per ottenere ciò che per altre donne è scontato o nemmeno desiderato. Dei nostri carissimi amici sono partiti da poco per l’Equador, dove sono andati a conoscere il loro bimbo, di 4 anni e mezzo, che li aspettava in un orfanotrofio. Hanno affrontato 4 lunghi anni di arrabbiature, difficoltà, sconforto, delusione…ma quando è arrivata la chiamata, quando hanno visto per la prima volta la foto del loro “nino”, ogni fatica è stata ricompensata e la loro gioia è stata così immensa che hanno detto che mai avrebbero provato la stessa cosa con un bimbo nato da loro. E quando li ho visti su skype, che ci salutavano da laggiù con il loro piccolino che li abbracciava e li chiamava già Mami e Papi ho capito che le strade per la felicità non sono uguali per tutti..ognuno ha la sua, e dobbiamo impegnarci con tutte le forze per raggiungere la nostra, proprio come state facendo voi. Continuate così, e vi auguro che arrivi presto la chiamata per il bimbo che sta aspettando voi!!!!

  6. Ciao Eva, mi chiamo Eva:)
    Ho scoperto solo ora il tuo blog e per il momento sono riuscita a leggere solo il tuo ultimo post..
    Le cose che hai scritto mi hanno molto toccata e mi sento molto vicina al tuo pensiero perché sono le stesse emozioni che provo anch’io. Anch’io ho deciso per l’adozione e ho detto addio alla pma anche se ci ho provato per poco. Un abbraccio e in bocca al lupo per tutto!

  7. Ciao Eva. Ho trovato il tuo blog solo di recente. Questo post é bellissimo. Mi riconosco in tantissime delle cose che dici, in tanti di questi pensieri. Io non vivo in Italia ma sono anche io sposata da circa due anni ed abbiamo fatto richiesta di adozione da piu di un anno. Leggero’ il resto del blog con calma. Intanto un grande in bocca al lupo per l’attesa.

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