Pubblicato in: La mia storia

Something beautiful will come your way

Comincio a crederci. Non che prima non fosse così, ma… Ora ci credo un po’ di più.

All’incirca un anno fa è iniziata questa… Avventura, chiamiamola così. Che è ben lungi dall’essere vicino alla fine, ma il primo grande passo è finalmente terminato. Abbiamo chiuso con la fase dell’istruttoria.

Giovedì ci è stata presentata la bozza della relazione socio-psicologica che i servizi sociali hanno scritto su di noi. L’incontro è durato un’oretta.
La relazione è divisa in due parti: una sociale e un approfondimento psicologico. La prima parte parla delle nostre vite – proprio come se fosse un racconto!- delle nostre famiglie d’origine, il nostro incontro, il nostro stile di vita, dove abitiamo, come passiamo le vacanze…

Devo dire che è strano sentire una persona estranea raccontare ad alta voce la tua vita!

La seconda parte parla di noi da un punto di vista psicologico, come siamo uno nei confronti dell’altra, come abbiamo affrontato la sterilità, le nostre emozioni verso l’adozione e la nostra idea di “bambino immaginario”.

Come ci hanno confermato l’assistente sociale e la psicologa, la nostra è una relazione decisamente positiva.
E questo mi rasserena, perché per il giudice la relazione conta moltissimo. La relazione non parla di alcuna problematica – sociale o psicologica – che dobbiamo risolvere. Ci presenta come due persone serene, equilibrate, che hanno due buoni impieghi e una bella casa, amanti degli animali e della natura; una coppia stabile desiderosa di un figlio e che ha ben chiaro cosa significhi adottare.
Dalla relazione Marito appare come un tipo piuttosto sognatore e attaccato alla famiglia, mentre io come quella più indipendente e “pratica”; ma va bene così, prima di tutto perché è vero, secondariamente perché in questo modo appare evidente che ci completiamo a vicenda 😉

Abbiamo chiesto di correggere un paio di imprecisioni, e l’assistente sociale ha immediatamente cancellato le parti “incriminate” senza discutere.

Sia lei che la psicologa sono state molto disponibili e cordiali come al solito; ci hanno dato le ultime “dritte” e, visto che d’ora in avanti dovremo proseguire senza di loro, ci hanno chiesto di contattarle in futuro per informarle su come prosegue il nostro percorso; prima di salutarci ci hanno fatto gli auguri.

Ora non ci resta che aspettare l’attestato di avvenuta istruttoria, che dovrebbe arrivare in una decina di giorni, e poi potremo – finalmente! – presentare domanda al Tribunale.
La relazione riveduta e corretta verrà spedita direttamente al Tribunale dai servizi sociali. Io e Marito abbiamo già preparato tutta la documentazione da allegare alla domanda.

Ogni Tribunale ha le proprie regole; quello di Bologna richiede:
– modulo di richiesta per l’adozione nazionale
– fotocopia delle nostre carte di identità
– attestato di eseguita istruttoria presso i servizi sociali
– certificato del medico legale dell’ USL
– modulo di consenso all’adozione firmato dai genitori di entrambi più fotocopie dei documenti di identità (se invece i genitori sono deceduti occorre allegare la corrispondente dichiarazione sostitutiva di certificazione).

Inoltre, se la coppia è sposata da meno di tre anni, occorre presentare o una dichiarazione sostitutiva di certificazione (autocertificazione) dello stato di famiglia storico e/o di residenza storico, oppure una dichiarazione sostitutiva di atto notorio relativo alla convivenza continuativa da almeno tre anni.

Io e Marito siamo sposati da quasi due anni, ma conviviamo dal 2008. Purtroppo Marito ha cambiato la residenza solo dopo il matrimonio, perciò rientra nel mio stato di famiglia da troppo poco tempo.

Dopo aver telefonato al Tribunale, al mio Comune, e aver chiesto lumi all’assistente sociale, finalmente sono riuscita a capire in cosa cavolo consiste questa dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Questa mattina io e Marito siamo andati in Comune, l’impiegata ha redatto e firmato una dichiarazione dove affermiamo di essere conviventi dalla tal data, che poi anche noi abbiamo firmato.
Infine ha messo un milione di timbri, e in dieci minuti abbiamo finito. Non abbiamo dovuto pagare alcun bollo, dato che si tratta di una dichiarazione ai fini dell’adozione.

E quindi… Ci siamo.

Un anno fa ero ancora piena di dubbi. Fecondazione, adozione… Sapevo già quale fosse la strada giusta per noi, lo sentivo nel mio cuore, ma sia la lettura di tragiche esperienze raccontate su internet e i commenti dei soliti idioti mi mettevano tanta paura… Ho sentito parlare di assistenti sociali-arpie, di lavaggi del cervello, di visite a casa a sorpresa, di indagini psicologiche insostenibili, di coppie che scoppiano per il troppo stress…
Non dico che casi del genere non possano accadere, ma a noi non è successo. E non succederà.
Non è stata una passeggiata finora (e il meglio deve ancora venire!), è stato un percorso impegnativo ma molto utile.

Andrà tutto bene.

Something beautiful will come your way… Così dice uno dei pezzi del mio cantante preferito.
Dieci anni fa non facevo altro che ascoltare questa canzone… Cercando con tutte le mie forze di credere a queste parole.
E ho fatto bene, perché così è stato. Tante cose belle sono arrivate nella mia vita. Voglio crederci ancora.

Qualcosa di bello arriverà. La cosa più bella.

 

P.S. Grazie mille a tutte per i vostri bellissimi commenti

Autore:

Perennemente alla ricerca della Vita.

4 pensieri riguardo “Something beautiful will come your way

  1. Che bello, sono contentissima!!! La vostra relazione sembra perfetta, sono sicura che il giudice rimarrà colpito!! Siete stati bravissimi fino a adesso, avete affrontato tutto insieme e per me siete un esempio da imitare!!! E poi anche io ho letto tante storie su assistenti sociali perfide e colloqui spaventosi con gli psicologi..perciò il tuo racconto mi ha molto molto tirato su di morale!!! 🙂 Un abbraccio !!!

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