Foto (c) Anne Geddess (presa dal Web)
Quest’anno non sento la magia del Natale.
In realtà è da molto tempo che non riesco più a sentirla. Come vi ho già detto, tutto mi disgusta di queste feste: la gente che non fa altro che parlare di cibo, gli auguri falsi, i supermercati affollati, i centri commerciali pieni di gente agitata, il fatto che tutti si siano dimenticati il vero significato di questa festa…
Ho amici che si professano atei che aspettano con trepidazione questa festa. Preciso che questi amici sono migliori di tanti “cattolici” (o almeno, che si professano tali) che io conosca. Eppure mi indispettisce il fatto che amino tanto il Natale. Dalla religione prendono solamente quello che fa comodo a loro. Ovvero il cibo, i regali, il divertimento. Eh, no, cari miei, questa non è coerenza. A casa mia si chiama opportunismo. E che non mi vengano a dire che ormai il Natale è diventato la festa dell’amore e della famiglia… Perché tanto lo sanno tutti che a Natale nessuno è davvero più buono (dare dieci euro ad un’associazione a caso non significa essere “buoni”), e che quello che interessa davvero è stare a casa dal lavoro e fare baldoria.
Oh, da quando è iniziata l’euforia pre-natalizia attorno a me non ho ancora sentito nessuno pronunciare il nome di Gesù Cristo… Le uniche parole che sento sono “corsa per i regali”, “ricette per la vigilia”, “addobbi”, ecc. ecc. Mah.
Da piccola amavo il Natale, e tutto il periodo che lo precedeva. Mia mamma si travestiva da Santa Lucia (e io non avevo la minima idea che fosse lei!) e riempiva la casa di regalini che io poi dovevo cercare. Non erano tanto i regali ad interessarmi, ma la magia, la sorpresa, quella sensazione di essere speciale. Il 25 dicembre pranzavo con i miei genitori, mia nonna e la mia bisnonna… Era bello. Mia mamma non era ancora così fuori di testa, mia nonna era in salute, la mia bisnonna ancora viva (la sua morte, avvenuta quando avevo quindici anni, mi ha fatto molto male).
Negli ultimi anni il Natale si è fatto sempre più triste, e non soltanto perché mi sono accorta di tutta l’ipocrisia e la falsità che lo circonda, ma anche perché la mia famiglia si è divisa sempre di più. E questo periodo è ancora più malinconico da quando aspetto di poterlo festeggiare con un bimbo che non ne vuole sapere di arrivare, con un bimbo che, forse, mi potrebbe far riscoprire la magia del Natale.
In questi ultimi mesi, nonostante la rabbia e la tristezza, è cresciuto in me il desiderio di riscoprire la fede. Anche se io spesso litigo con Dio, lo accuso di volermi male, io so che Lui c’è e che, forse, soffre insieme a me per il mio dolore, così come soffre insieme a tutti noi.
Tante volte mi sono detta che, magari, riavvicinandomi alla religione, avrei potuto trovare un po’ di pace.
Finora non l’ho fatto. Mi sono sempre detta che non serve andare in chiesa alla domenica o sposarsi davanti ad un prete per essere brave persone, per rendere Dio orgogliosi di noi. Anche se a volte fallisco, io cerco sempre di vivere la vita con amore, aiutando il prossimo, donando un sorriso o una mano a chi ne ha bisogno. Tanti cattolici praticanti non lo fanno…
Inoltre, sono molte le posizioni della Chiesa sulle quali non sono d’accordo. L’aborto, l’eutanasia, il divorzio, l’odio per i diversi (omosessuali, lesbiche, persone di altre religioni) l’indifferenza verso gli animali, la fecondazione assistita (!), tanto per citarne alcune.
Ok, posso capire che la Chiesa si schieri contro l’aborto. Ma non mi piace il modo in cui lo fa. Perché proibire l’uso di contraccettivi, pur sapendo che non tutti possono permettersi di avere cinque o sei figli, che pretendere l’astensione dal sesso è impossibile e che esistono delle malattie sessualmente trasmissibili dalle quali il preservativo può proteggere?
Da quando è morto Zymil penso sempre di più a Dio. Che ci posso fare, sembra una cosa stupida, ma dentro di me penso che forse il mio micio è morto per qualcosa di molto importante… Per farmi riavvicinare a Lui.
E’ da quel giorno che penso assiduamente che, per rendere più significativo questo triste Natale, mi sarebbe piaciuto tornare in Chiesa proprio per il 25 dicembre. Solo che mi vergognavo a dirlo a Marito. E’ da anni che offendo la Chiesa, come potevo dirgli una cosa simile? Ma il fatto è che, anche se mi ritengo in grande disaccordo con le posizioni del Papa e di molti cattolici, io sono una figlia di Dio come tutti gli esseri di questo mondo, e ritengo di avere il diritto di entrare in una chiesa proprio come tutti gli altri. E penso di avere pure il diritto di esprimerlo, il mio disaccordo. Anch’io faccio parte della Chiesa. Non valgo meno delle donne impellicciate e ingioiellate che vanno a Messa per farsi vedere, o dei cattolici che offendono il prossimo e poi vanno a confessarsi, pensando così di essere a posto. Non penso di certo che per riavvicinarmi a Dio mi serva entrare in una Chiesa… Dio è nella persona che sta male che ascoltiamo e aiutiamo, è nell’animale ferito che curiamo, è nel marito che amiamo, è negli amici a cui vogliamo bene.
E’ ovunque. E’ in noi e, soprattutto, nel prossimo. Però… Però non posso fare a meno di pensare che, oltre ad onorare il Suo nome nelle azioni quotidiane, sarebbe bello farlo anche in un luogo sacro.
Ho esitato per giorni e giorni sul da farsi. Cercavo il momento buono per rendere partecipe Marito della mia decisione, senza mai trovarlo.
E poi… Beh, forse il Natale è davvero magico, perché proprio ieri sera, mentre cenavamo, Marito mi ha detto che gli piacerebbe andare a Messa domani a mezzanotte.
“Te lo volevo chiedere proprio io!” ho esclamato, sorpresa e felice.
Non so bene perché Marito me l’abbia chiesto, dato che lui non va a Messa da persino più tempo di me, ed ero talmente euforica che non gliel’ho chiesto.
Lui vorrebbe tornare nella chiesa dove faceva il chierichetto da bambino, mentre io vorrei andare in una chiesa famosa in città perché il prete, don S., è un simpatizzante di sinistra-animalista particolarmente antipatico alla curia (ma molto amato dai suoi fedeli). Fuori da questa chiesa sono sempre esposte bandiere della pace e cartelloni con scritte frasi bellissime… E’ un luogo che mi ha sempre affascinato, ma dove non sono mai entrata. Penso che per questa volta accontenterò Marito, ma gli ho fatto promettere che andremo a sentire anche una Messa di don S.
E poi, presa dall’euforia (e dal vino che avevo bevuto – sì, ultimamente bevo un po’ troppo), gli ho detto che sarebbe bellissimo se ci sposassimo anche in chiesa (noi abbiamo fatto solo il rito civile). Le cose sono andate proprio come durante la prima proposta di matrimonio…
Io esclamavo, tutta esaltata: “Dai, sposiamoci!”, mentre Marito sgranava gli occhi e, pallido in volto (forse al pensiero di altri preparativi), bofonchiava: “Sì, vediamo…”
Marito vorrebbe aspettare di avere un bambino/a (…) per sposarci in chiesa, e magari fargli/le fare pure il paggetto/damina… Ovviamente per programmare il tutto voglio aspettare di vedere come va il prossimo transfer… E anche vedere che effetto mi fa rimettere piede in una chiesa. Questa volta non voglio un abito principesco, né addobbi particolari o una gran festa, abbiamo già avuto tutto questo l’anno scorso, quando ci siamo sposati in Comune. Vorrei fare qualcosa di significativo, di veramente religioso. Un abito semplice, niente regali ma donazioni in beneficenza, un pranzo a casa con le persone più intime. E penso che sarebbe meraviglioso far coincidere il giorno del nostro matrimonio con il battesimo del nostro bimbo/a…
Non abbiamo messo alcun addobbo in casa, non ci faremo regali, ma io non vedo l’ora che sia domani notte… E non per mangiare come un porco o per vedere se ho ricevuto la borsetta da mille euro che avevo adocchiato, ma per ritrovare la MAGIA e la SPERANZA… Forse potrebbe essere davvero un buon Natale, nonostante tutto.
Auguri a tutti voi. E questi non sono auguri pieni di ipocrisia, badate bene, perché le persone che in questi mesi sono passate su questo blog sono tra le poche che hanno saputo donarmi un po’ di conforto. Domani pregherò per tutti i bimbi che ci aspettano da tanto tempo, per le vite che ci hanno lasciato, per i puntini luminosi svaniti nel nulla, per la speranza che non dobbiamo mai perdere.
Buon Natale a tutti.
Auguri di cuore.
mi fai sempre piangere!!!!buon natale e soprattutto buon anno a tutte noi!!!!un bacio
Grazie mille, tanti auguri anche a te! Anche io non sono d’accordo su quelle posizioni del Vaticano che citi tu, eppure c’é quel momento durante la Messa quando ci si scambia un segno di pace che mi fa sempre bene al cuore. E allora… Che la pace sia con te :*
Buon natale Eva di cuore!
Anche io la vedevo come te sulla Chiesa – anzi le mie opinioni su come il clero affronta certi argomenti sono immutate e identiche alle tue -, ma la Chiesa non è solo questo per fortuna. Un anno fa, dopo il nostro secondo aborto, io e mio marito abbiamo deciso di entrare nella nostra Chiesa di quartiere…bè..è stato subito amore, senso si accoglienza, calore, era come se lì ci fosse qualcuno ad aspettarci, a prenderci per mano e ad accompagnarci in questo nostro percorso difficile, perchè anche Gesù ha sofferto e può capirci. Così come Maria, che ha perso suo figlio nel modo più doloroso.
Vedrai che ti riempirà di nuova speranza andarci!
un abbraccio e apresto
gabry
..che magia questo bisogno interiore comune..simbolo della sintonia che vi unisce, è meraviglioso.. Ti auguro con tutto il cuore che questo sogno di matrimonio proprio così come lo immagini si realizzi presto! Un abbraccio
In vino veritas!!
Che idea meravigliosa Eva!! Anche io ultimamente sto sentendo il desiderio di un secondo “Sì, lo voglio”. Quello in chiesa.
In Italia il potere che esercita il Vaticano è spesso eccessivo, lo si sente soprattutto quando una cosa ci tocca nel vivo, come la fecondazione assistita. All’estero tante cose sono più semplici, più snelle.
Nonotante tutto, credere aiuta. E se andare in un luogo sacro, avere fede, parlare con un Dio che potrebbe darci ascolto ci dona un pò di serenità, ben venga!!
Auguri ancora di cuore!!
Eva